Archivi categoria: SALENDO IN CANTINA

Sorsi di Vinitaly – Tinazzi in fiera, le novità del 2023 a Vinitaly

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Tinazzi si è raccontato a Vinitaly, davanti a un pubblico di estimatori, professionisti ed esperti: tanti i vini da scoprire e degustare, dai Fiano e Aglianico prodotti da Tenuta Feudo Croce e Cantina San Giorgio alla nuova linea battezzata Duca delle Corone, che tra le sue proposte include anche il primo Primitivo vinificato in rosa.

Cantine Tinazzi ha imbottigliato l’essenza delle sue vigne in Puglia, racchiudendola in una proposta che ha portato in anteprima alla 55esima edizione di Vinitaly a Verona, una nuova occasione per raccontare i suoi prodotti, e in particolar modo i rosé. La presenza di Cantine Tinazzi a Vinitaly ruota intorno al focus del vino rosato: è in corso infatti la riscoperta di questo tipo di vino, adatto a un uso trasversale e destagionalizzato, come accade nel blasonato mondo dello champagne. È un prodotto che incontra il gusto dei giovani, e che vede l’Italia in prima fila, con terroir vocati alla sua produzione. Tinazzi ha in serbo una novità importante: dalla vendemmia del 2022 ha deciso di vinificare in rosa anche le uve Primitivo, raccogliendo con entusiasmo una sfida. Il vitigno principe della Puglia, a maturazione precoce – star degli ultimi anni, protagonista di un boom a livello internazionale – assume una nuova veste. Il Primitivo Salento RosatoIGP è il fiore all’occhiello della nuova linea Duca delle Corone della Cantina San Giorgio: concentra i profumi mediterranei della regione, ha un colore luminoso e vanta fragranze fruttate, note floreali e un sapore minerale ed armonico, ben strutturato e bilanciato tra freschezza e dolcezza.

(Laura Cosci)

 

Sorsi di Vinitaly – Restyling ANTICO L’anima ancestrale di Col Sandago

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Da un territorio vocato, da vigne accudite con maestria e attenzione, dai processi pazienti che trasformano il frutto in vino, attraverso la passione e la competenza enologica, tutto a Col Sandago contribuisce alla nascita di vini che esprimono eccellenza e cura, capacità e attesa. La forte identità che lega Col Sandago al suo terroir d’origine si esprime vigorosamente in un vino, ancestrale e contemporaneo allo stesso tempo che si rinnova ora nella tipologia. Da frizzante “col fondo”a spumante “col fondo” ecco ANTICO – Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG– Brut Nature rifermentato in bottiglia.

Ottenuto da uve Glera in purezza provenienti dai vigneti situati nel comune di Susegana, dove il terreno argilloso con scheletro in arenaria conferisce delicata mineralità. Nel calice il colore giallo paglierino si accompagna a una leggera spuma fine e persistente e alle note fresche e fruttate tipiche del Prosecco cui si sommano le caratteristiche sfumature di “crosta di pane” date dal contatto con il lievito. Il gusto fresco e vellutato, asciutto e piacevolmente amarognolo sul finale, di buona struttura e delicatamente minerale, lo rende ottimo a tutto pasto e in abbinamento a piatti di pesce. Per la sua intima natura, Antico si accompagna meravigliosamente con salumi e insaccati tipici della zona come la Sopressa.

www.colsandago.it

(Francesca Teglia)

L’Amarone della Valpolicella Riserva 2013 di Brigaldara

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Anno dopo anno l’Amarone Riserva di Brigaldara offre una nuova interpretazione della Valpolicella, mettendo in risalto la parcella più espressiva dell’annata.

In linea con la filosofia di Brigaldara, l’Amarone Riserva si spoglia delle forzature tecniche e temporali, rispettando i tempi del vigneto e della cantina. L’appassimento nel fruttaio segue l’andamento stagionale post-vendemmia, restituendo ogni anno un Amarone dal carattere unico.

Lo stile è quello della famiglia Cesari: un Amarone Riserva che predilige pulizia e rigore, che vuole recuperare la freschezza e la leggerezza tipica di questi vini della tradizione, con grande attenzione alla bevibilità. Per questo le concentrazioni alcoliche e zuccherine non sono mai invasive, preservando i profili aromatici delle varietà autoctone e i tratti espressivi delle parcelle da cui provengono. L’Amarone della Valpolicella Riserva 2013 nasce nella parcella delle Mandrie, vigneto dal 2016 dedicato alla produzione di Valpolicella Superiore, parte del microcosmo di Case Vecie

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Le uve sono ripartite tra un 45% Corvina, 45% Corvinone e 10% Rondinella, caratterizzati da allevamento a Guyot. La vendemmia viene effettuata a mano in ottobre, per poi appassire nel centro di appassimento fino alla vinificazione. L’Amarone viene affinato con un doppio passaggio, per tre anni in legno piccolo, cinque anni in legno grande e un anno in bottiglia. L’Amarone della Valpolicella Riserva 2013 risulta un vino potente ma molto elegante, rispecchiando il grande equilibrio mantenuto dal cru in fase di stress portato dalle provanti condizioni climatiche. I frutti dell’amarena e ribes vengono bilanciati da un’energica nota speziata di pepe nero, tipica di Case Vecie, insieme a sentori di frutta secca, nocciola e cedro. Il tannino è pieno e setoso, con ricordi di liquirizia.

Bortolin Angelo Spumanti

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La cantina Bortolin Angelo rappresenta un’eccellenza nel panorama vitivinicolo di Valdobbiadene, piccola azienda a conduzione familiare che si distingue all’interno della Denominazione per la qualità dei suoi spumanti al 100% Valdobbiadene Docg.

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La cantina, situata a Guia, nell’area più vocata per la produzione del celebre spumante trevigiano, produce vino dal 1968, quando Angelo Bortolin, figlio di un agricoltore, fondò l’azienda, immersa nello spettacolare scenario dei colli di Valdobbiadene. Molto apprezzati fin da subito, i suoi vini furono presto valorizzati da un sapiente investimento tecnologico e dal 1983, grazie ad un ammodernamento degli impianti, Bortolin decise di iniziare a specializzarsi nella produzione di spumanti. Dal 1993 ha inizio il graduale inserimento dei tre figli (Cristina, Paola e Desiderio) tra i soci dell’azienda, un passaggio generazionale che si è compiuto definitivamente nel gennaio 2010 con la qualificazione di Desiderio Bortolin come socio di maggioranza. Il fondatore Angelo continua tutt’oggi ad essere presente nell’attività ma sempre in modo discreto e lasciando massima libertà decisionale ai successori. Una  mossa strategica che consente all’azienda di sfruttare tutta l’intraprendenza e le idee delle nuova generazione imprenditoriale. Desiderio, che porta il nome del nonno paterno, è attualmente il principale motore della Bortolin Angelo Spumanti. Sostenuto sempre dalle sorelle e da validi consulenti tecnici, è riuscito a far conoscere i propri prodotti anche in paesi che sembravano inarrivabili.

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I vini degustati sono stati:

Valdobbiadene Docg”Sommaval” Extra Dry

Questo Valdobbiadene è ottenuto solo ed esclusivamente da uve provenienti da un singolo vigneto che appartiene alla famiglia da sempre e che chiamano “Sommaval” . Assaggiato ad occhi chiusi lasciandosi trasportare dalle emozioni. Un vino da meditazione, da condividere con gli amici scambiando le proprie opinioni.

Valdobbiadene Docg Brut

La versione Brut del Valdobbiadene Docg è la più tipica e caratteristica per la denominazione, in quanto il basso residuo zuccherino, lascia al frutto la massima espressione dei suoi aromi. Il suo caratteristico profumo fruttato ed il suo gusto asciutto e delicato, lo rendono ottimo come aperitivo e per accompagnare l’intero pasto.

Valdobbiadene Docg Extra Dry

La versione Extra Dry del Valdobbiadene Docg è la più conosciuta e consumata. Il suo leggero residuo zuccherino lo rende morbido al palato e dedicato ad un consumatore delicato. Il suo fine e persistente perlage, il suo caratteristico profumo fruttato, ed il suo leggero tenore alcolico, unito al gusto delicato, lo rendono ideale ad ogni occasione ed in qualsiasi ora della giornata.

Valdobbiadene Docg Superiore di Cartizze Dry

Il frutto delle uve maturate su queste assolate colline è uno spumante di assoluta struttura, dai profumi delicati e armoniosi. Dedicato ai momenti più importanti da condividere con le persone più care.

Valdobbiadene Docg Rive di Guia “Angelin Beo” Extra Brut

Questo Valdobbiadene è ottenuto da uve coltivate solo ed esclusivamente nel paese di Guia, terra che ospita da sempre la famiglia e che continua ad emozionare quotidianamente. Un Valdobbiadene a zero residuo zuccherino, che permette di apprezzare le caratteristiche proprie della terra.

Valdobbiadene Docg Rive di Guia “Desiderio” Dry

Dalla vendemmia 2020 diventa un Rive di Guia, un cambiamento che si innesta nella tradizione, una decisione presa per celebrare ancor meglio le caratteristiche uniche del territorio che li ospita. E uno spumante vellutato, amabile ed equilibrato, che permette a tutti di conoscere con il gusto ciò che le Rive di Guia offrono.

BARCH – Il lato tranquillo di Valdobbiadene

il nuovo, antico vino di Bortolin Angelo Spumanti. Barch nasce da una selezione accurata di uve dalle storiche vigne di Guia. La genesi degli spumanti di Bortolin Angelo che vi sorprenderà sorso dopo sorso, come tutti gli altri prodotti naturalmente.

Dal Salento un nuovo tassello si aggiunge alla distribuzione di Le Tenute del Leone Alato il progetto vitivinicolo distribuirà Masseria Li Veli a partire da marzo 2023

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Dopo l’ingresso nella linea distributiva di Agricola Pinino, produttore dei grandi rossi di Montalcino, Le Tenute del Leone Alato dà il benvenuto alla partnership con Masseria Li Veli. A partire da marzo 2023, la storica azienda salentina viene distribuita in maniera esclusiva dal gruppo veneto.

Li Veli si trova in Salento, terra pugliese che nasce dall’abbraccio tra Mar Adriatico e Mar Ionio. A fine Ottocento il Marchese Antonio de Viti de Marco, salentino ed economista di fama internazionale, costruì la Masseria a Li Veli con la volontà di creare un modello esemplare per lo sviluppo viticolo di tutta la Puglia. Nel 1999, a circa un secolo dalla fondazione, un gruppo di investitori, guidati dalla storica azienda vinicola toscana Avignonesi, protagonista della valorizzazione del Vino Nobile di Montepulciano e del Vin Santo, acquistano e rifondano Masseria Li Veli con la volontà di dare vita ad un nuovo progetto di grande qualità. Nel 2008 il sogno del Marchese viene definitivamente riportato in vita, quando Li Veli viene acquistata interamente dai fratelli Edoardo e Alfredo Falvo. In pochi anni vigneti di proprietà, bottiglie prodotte e mercati aumentano in maniera considerevole fino a far diventare Masseria Li Veli una delle principali aziende pugliesi in termini di qualità dei prodotti e di notorietà del marchio.

Negroamaro, Primitivo, Susumaniello, Malvasia Nera, Fiano, Verdeca e Aleatico, questi sono i vitigni che danno origine ai vini di Masseria Li Veli e da cui deriva anche il progetto Askos. dedicato alla ricerca, selezione e valorizzazione dei vitigni autoctoni pugliesi in via di estinzione.

DA FIABA A VINO: IL CONTE VILLA PRANDONE PRESENTA BELVA DI TERRA

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La nuova etichetta dell’azienda di Monteprandone si ispira a un’antica storia familiare per arricchire il racconto del territorio piceno in chiave internazionale

Il Conte Villa Prandone, azienda vitivinicola di Monteprandone (Ascoli Piceno), trae ispirazione da una fiaba tramandata da generazioni nella famiglia De Angelis per presentare sul mercato il Marche Sauvignon IGP Belva di terra.

Da uve 85% sauvignon blanc e 15% pecorino, il nuovo vino affianca il Merlot IX Prandone nel racconto altamente qualitativo del territorio vitivinicolo piceno, le cui peculiarità e conformazione donano anche alle varietà internazionali un’impronta riconoscibile e competitiva. “Nonno Amilcare, che fondò l’azienda negli anni Cinquanta – spiega Emmanuel De Angelis, winemaker de Il Conte Villa Prandone –, tramandò a figli e nipoti una vecchia storia appresa da bambino con protagonista una misteriosa creatura notturna che si aggirava tra i fossi e i calanchi attorno ai nostri vigneti. La belva si cibava delle migliori uve ma, anche se temuta dai vignaioli, era rispettata poiché considerata custode delle vigne. Con Belva di Terra abbiamo voluto rendere omaggio alla nostra storia familiare con l’impegno di mantenere e potenziare l’alto valore intrinseco delle uve nella loro trasformazione in vino”.

Le varietà bianche traggono giovamento in quanto a struttura, acidità e ricchezza di profumi dai suoli argillosi ricchi di minerali, dalle escursioni termiche frutto delle brezze provenienti dai vicini mar Adriatico e monti Sibillini, così come dall’ottima esposizione a sud-ovest dei vigneti collinari.

I grappoli destinati a Belva di terra sono vendemmiati a mano e scelti con grande cura. Seguono la pigiatura a grappolo intero, la sfecciatura per sedimentazione naturale e una fermentazione lenta a temperatura controllata. Il Sauvignon affina sui lieviti delle fecce fini per 6 mesi, una metà in tonneaux e l’altra suddivisa tra cemento e anfora, in un gioco di armonizzazione degli aromi varietali e fragranti con profumi dal tono più evoluto e balsamico. Infine le due parti vengono assemblate un mese prima dell’imbottigliamento. Al palato Belva di terra conferma il bouquet fruttato sostenuto da una piacevole acidità, sensazioni che rimangono vivaci a lungo. In abbinamento, il Sauvignon predilige crudité di crostacei, piatti di pesce elaborati e preparazioni a base di animali da cortile, arricchiti con erbe aromatiche.

 

SAPEUR COMPIE 18 ANNI E SI RINNOVA

ASSIEME AL 6° FORLI’ WINE FESTIVAL CULTURA E TRADIZIONI DELLA BUONA TAVOLA  FANNO BELLA MOSTRA DI SE’

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SapEur diventa maggiorenne e da venerdì 24 a domenica 26 gennaio 2020 festeggia la sua 18ª edizione con una proposta rinnovata e ulteriormente arricchita. La rassegna organizzata da Romagna Fiere e dedicata all’enogastronomia tipica e di qualità, esplora tutte le vie del gusto, confermandosi così come palcoscenico sul quale rappresentare le migliori produzioni artigianali Made in Italy, ma ampliando il proprio sguardo sino a cogliere le nuove frontiere dell’alimentazione sana e naturale.

La volontà di fare scoprire o riscoprire antiche tradizioni, alimenti genuini rappresentativi delle vocazioni dei territori e prodotti non reperibili sui mercati della grande distribuzione, si abbina alla costante ricerca di nuovi sapori e alla valorizzazione delle piccole realtà innovative del settore. Una matrice sulla quale si fonda il successo di una manifestazione posizionatasi significativamente sul mercato italiano: oltre200 espositori e più di 20.000 visitatori ogni anno con notevole risalto su stampa, tv e radio nazionali.

Questa 18ª edizione sarà ancora più appetibile da parte del pubblico. Non solo nella giornata inaugurale del venerdì, bensì anche per tutta la giornata del sabato, i visitatori potranno accedere in fiera con un biglietto unico al costo di soli 3 euro.

FORLI’ WINE FESTIVAL

sapeur-2Confermata la concomitanza con il 6° Forlì Wine Festival, il padiglione all’interno della manifestazione dedicato all’enologia nel quale il vino è sovrano. Presenti le migliori Cantine e aziende vitivinicole italiane, con oltre 100 varietà di vini bianchi, rossi, rosati, frizzanti e passiti, a disposizione di un percorso di degustazioni illimitate per essere conosciuti, apprezzati e acquistati. Un’alleanza con un settore in costante fermento, nata come naturale prosieguo di una scelta incentrata sulla qualità e tipicità dei prodotti agroalimentari, eccellenze del nostro Paese da valorizzare.

FORLI’ BEER FESTIVAL

Da quest’anno, al vino si aggiunge una nuova area dedicata allaBirra. Quelle artigianali di qualità provenienti dall’Italia e dall’estero. SapEur intende dà spazio alla produzione birraria artigianale indipendente; accostandola a laboratori e percorsi degustativi come naturale complemento di un viaggio nel cibo. Un festival per gli amanti della birra, ma anche dello streetfood per palati fini, grazie alla presenza di numerosi food truck che delizieranno tutti i sensi. I mastro birrai proporranno un universo di nuovi gusti e profumi e guideranno i visitatori nella scelta del tipo di birra a seconda dei gusti personali. Pils, IPA, Trappiste, Blanche, Biodinamiche, Stout, Lager Pale Ale, aromatizzate nelle fragranze più variegate: la scelta sarà amplissima.

IL CIBO E’ SALUTE

sapeur-5La 18ª edizione di SapEur mette a confronto la tradizione con l’innovazione. Quella tesa a incontrare le esigenze di un pubblico sempre più attento a coniugare gusto e benessere. Una nuova area sarà dedicata all’alimentazione naturale e biologica, con tanti prodotti a chilometro zero, una speciale attenzione alla cucina macrobiotica, la proposta di espositori e nutrizionisti specializzati in una cucina che tenga conto di allergie e intolleranze: al glutine, lievito, lattosio e nichel. Perché cibo deve prima di tutto essere sinonimo di salute.Una sezione che dimostrerà come i cibi con i loro principi nutritivi siano alla base del nostro benessere quotidiano.

LE VIE DEL VERDE

Alle radici dell’alimentazione va in tutti i sensi la sezione Le Vie del Verde, altra novità di SapEur dedicata a chi ama il verde, il giardinaggio, l’orticoltura hobbistica, o che vuole creare il proprio frutteto domestico. Coltivare nel giardino di casa per poi cogliere e apprezzare i frutti del proprio lavoro, ma anche semplicemente abbellire, rinnovare, arredare gli spazi esterni, i balconi e i terrazzi: in fiera si potranno trovare piante, bulbi, sementi di ogni tipo, soluzioni e complementi di arredo verde, adatti a chi ha il pollice verde, ma anche a chi non lo ha.

AREA BAMBINI

SapEur è una festa per tutta la famiglia. E’ una delizia per adulti e bambini. Per questi ultimi non mancheranno percorsi laboratoriali e didattici dedicati alla cucina, nonché momenti ludici per riscoprire le tradizioni del territorio in modo semplice, divertente e coinvolgente grazie alla collaborazione con A.R.V.A.R. In più tanti gonfiabili e intrattenimenti per trascorrere in famiglia e in fiera un’intera giornata.

“DALLA TERRA ALLA TAVOLA” – MOSTRA FOTOGRAFICA

sapeur-1Paesaggi lasciati alla loro naturalezza o custoditi dall’uomo, danno alla luce i frutti della terra alla base della cucina romagnola.

SapEur accoglie i visitatori con una speciale mostra fotografica di Mirco Villa nella quale sono raccolti splendidi paesaggi romagnoli immortalati in occasione dei voli aerei dell’artista. Scatti che in una sola immagine racchiudono il tipico abbinamento tra zone lasciate incolte, nelle quali la natura trionfa in tutta la sua spontaneità, e aree coltivate e custodite dall’uomo che ne indirizza i ritmi. Osservando la terra dal cielo  si nota perfettamente come spesso le linee tracciate dall’uomo siano tanto precise quanto irriconoscibili da chi non è abituato alla prospettiva aerea.

 

PASTICCERIA, PIADINA, SHOWCOOKING E CREATIVITA’

sapeur-4UN PROGRAMMA DI EVENTI COLLATERALI RICCO DI NOVITA’

Per il suo 18° compleanno, SapEur presenta un ricchissimo programma di eventi collaterali. Tante le novità per il pubblico proposte nell’edizione 2020 della rassegna

MASTERCHEF  SCHOOL: “I BRACCIATELLI TRA STORIA E COLORI”

Sabato 25 gennaio, SapEur ospita un contest per alunni delle scuole elementari di Forlì organizzato in collaborazione con A.R.V.A.R. L’Associazione Razze e Varietà Autoctone Romagnole con l’ausilio degli “allevatori custodi” e dei “cuochi della biodiversità”, in collaborazione con la Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Cesenatico e con l’Istituto Alberghiero “Pellegrino Artusi” di Forlimpopoli, propone la competizione “Masterchef per alunni delle classi elementari” a tema “I dolci della tradizione: i bracciatelli tra storia e colori”. Una sfida pasticcera divertente e formativa cui sono abbinati laboratori di cucina, degustazioni e animazioni per adulti e bambini e un’esposizione didattica di piante da frutto autoctone romagnole.

ALLA SCOPERTA DELLA PIADINA ROMAGNOLA IGP

Promuovere il valore del prodotto Piadina IGP e il suo legame col territorio romagnolo, difendendone l’identità, la storia e i valori nella sua unicità ed eccellenza in tutta Europa. Ecco la mission del Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola Igp che a SapEur darà vita a dimostrazioni guidate e degustazioni gratuite per i visitatori sul “Pane dei Romagnoli”, nel rispetto del disciplinare di riferimento per la produzione della Piadina e della sua ricetta tradizionale.

La Piadina ha origini antichissime. Già al tempo degli Etruschi nelle zone dell’odierna Romagna, sono state rinvenute tracce dell’utilizzo di un sostituto del pane fatto con farina grezza, cereali e di forma circolare. La Piadina racconta la tradizione della gente della Romagna. Si tratta di un cibo semplice che, nel corso dei secoli, ha identificato e unificato la terra di Romagna sotto un unico emblema, passando da simbolo della vita rustica a prodotto di largo consumo.

SHOWCOOKING E LATTE ART: LA RISTORAZIONE CREATIVA

La ristorazione è anche creatività e a SapEur se ne avrà un saggio attraverso un programma di showcooking tra i quali spicca quello improntato a salute e benessere a tavola condotto da Annalisa Calandrini di AmarsiCucinandoSano, naturopata e food blogger vincitrice del programma televisivo Rai“La Prova del Cuoco”.

Inoltre SpuntoLab, agenzia di marketing e comunicazione web nel settore Food &Horeca, attraverso gli esperti di Tecnicaf propone dimostrazioni di Latte Art e Coffee in GoodSpirits. La prima è una suggestiva tecnica di decorazione su cappuccini ed espressi macchiati, mediante la realizzazione di disegni e forme sulla superficie. La seconda è una disciplina che coniuga il caffè ai distillati attraverso l’arte del bere miscelato.

SpuntoLab coinvolgerà attivamente per tutte le giornate della manifestazione Hotel e ristoranti della riviera Romagnola. Saranno approntate dirette web, interviste e talk dedicati alla comunicazione esperienziale, al commercio elettronico e alla gestione dei social media in ambito  contract, vitivinicolo e food.

IDROSOMMELIER E ARTE DELL’INTAGLIO

Non solo vino. Anche l’acqua si degusta, si assapora, si sceglie e si abbina. E quest’attività è alla portata di tutti, ma bisogna saperlo fare. In occasione di Sapeur 2020 sarà possibile avvicinarsi a un mondo ai più sconosciuto, quello degli idrosommelier, vale a dire i degustatori di acqua. Non è vero che tutte le acque sono uguali e la manifestazione forlivese permetterà di imparare a scovare le differenze, grazie alla presenza dell’ADAM, l’Associazione Degustatori Acque Minerali di Rimini che organizza corsi di primo e secondo livello finalizzati all’abbinamento cibo-acqua naturale a tavola.

La frutta e la verdura possono stupire non solo il palato, ma anche la vista. Sì, perché a SapEur i visitatori potranno non solo ammirare vere e proprie sculture realizzate con ortaggi e frutta di stagione, ma anche imparare a realizzare loro stessi creazioni stupefacenti che possano rendere una cena in famiglia o con amici e colleghi un evento. Almeno sulla tavola, che per un’occasione speciale può assomigliare a quelle imbandite ed addobbate dei buffet nei migliori ristoranti in occasione delle cerimonie più sentite ed esclusive.

E’ l’antica Arte dell’Intaglio che nelle due giornate sarà al centro di corsi specifici tenuti dagli ”artisti” di Amira, l’Associazione maître italiani ristoranti e alberghi i quali proporranno le tecniche di base dell’antichissima arte thailandese della scultura su frutta e verdura, attraverso la quale poter realizzare veri capolavori a forma di bouquet floreali, corone, finanche di uccelli e animali in genere, da utilizzare come guarnizione per valorizzare piatti, cibi, dolci e gelati, o come decorazione di centri tavola.Le lezioni, che abitualmente Amira tiene nelle scuole alberghiere e nei corsi di cucina di più alto livello, verteranno sulle tecniche e modalità di utilizzo dei coltelli e dei vari utensili necessari per la realizzazione degli intagli secondo i due principali “schemi” di scultura: la scultura della buccia e la scultura tridimensionale.

MOSTRA BONSAI E SUISEKI

L’Associazione Bonsai Club di Forlì cura una mostra su Bonsai e Suisekicorredata da tante attività formative: workshop, dimostrazioni sulla potatura e sulla concimazione e un servizio “SOS Bonsai” gratuito per i visitatori di SapEur.

Il Bonsai nasce in Oriente e il termine è costituito da due ideogrammi giapponesi: Bon, che significa contenitore e Sai, che equivale ad educare e coltivare. E’ l’arte di creare alberi in miniatura, ma richiede cure ed attenzioni per apportare benessere e armonia non solo alla pianta, ma anche a colui che vi si dedica. I Suiseki sono piccole e bellissime pietre modellate dalla natura, erose e plasmate dalla forza delle acque, dai venti e dai ghiacci nel corso dei secoli e che, nelle loro forme, suggeriscono paesaggi e oggetti.

INFORMAZIONI

ORARI: venerdì 24 gennaio 14.00 – 22.30; sabato 25 gennaio 10.00 – 22.30; domenica 26 gennaio: 10.00 – 20.00

PREZZI: venerdì e sabato biglietto unico € 3,00; domenica biglietto intero € 8,00 (Ridotto € 6,00 con coupon scaricabile dal sito www.sapeur.it ); gratis bambini fino a 12 anni.

Vinitaly … navigare in un mare di vino!

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Il periodo successivo alla Pasqua ogni anno, a Verona Fiere,  diviene motivo di apertura della più grande cantina d’Italia, che ospita migliaia di etichette, operatori e appassionati del vino, professionisti o semplici curiosi. Vi racconto la mia tre giorni di navigazione in questo mare …di…Vinitaly!

Quest’anno il clima è stato da un lato favorevole, favorendo i continui spostamenti da un padiglione all’altro che, noi addetti ai lavori, per cercare di rispettare gli appuntamenti, siamo costretti a percorrere durante le giornate del Vinitaly e che a fine giornata (eventi fuori salone permettendo) ci fa ritrovare con i piedi praticamente distaccati dal resto del corpo. Dall’altro lato invece non ha facilitato gli assaggi, ne la corretta temperatura di servizio  di molti nettari, i rossi in particolare, che soffrono pertanto del caldo in questi spazi che, seppur di grande dimensione, spesso sono strapieni di persone. A parte queste note di servizio, la kermesse scaligera è sempre un punto di riferimento per il mercato del vino mondiale, che tra l’altro pare in qualche modo essere sempre più favorevole, in contro tendenza con i cugini d’Oltralpe, ai vini del Belpaese. In realtà, se i francesi hanno sempre fatto sistema e grande marketing nel promuovere i loro vini, negli ultimi anni in Italia, anche i vari consorzi di tutela, regioni e gruppi di produttori, hanno cercato con i loro mezzi, ancora troppo poco alimentati dal sistema politico italiano,  che non considera il vino come i prodotti tipici ed il territorio, il vero motore di questa Italia elefantiaca, di rosicare delle quote percentuali che il mercato finora destinava solo agli Champagne o ai Bordeaux, tanto per citare due nomi di zone vinicole conosciute ai più. Se lo scorso anno uno dei light motive era il vino Vegano, quest’anno probabilmente perché la bolla è scoppiata, si punta più su vini biodinamici o biologici, che comunque avvicinano il consumatore alla tradizione. Fatte queste personali considerazioni non mi resta che ripercorrere con voi questo itinerario che nei giorni del Vinitaly 2018 mi ha condotto, senza soluzione di continuità dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, dalla Calabria al Friuli. Non me ne vogliano gli amanti dei vari Champagne , Chateaux o Cave, ma con tutta la buona volontà la mia ricerca si è rivolta, così come abitualmente la mia professione, esclusivamente al mercato italiano.

montonaleIl primo grande e frequentatissimo padiglione che troviamo entrando al salone è il Palaexpo, in cui sono ubicate le varie zone vinicole della Lombardia, qui ho scoperto il vino Orestilla  di una piccola azienda vicina al lago di Garda la Montonale, classificato da Decanter come il miglior vino bianco del mondo,uvaggio Lugana, solo 4.000 bottiglie, di grande qualità. In Franciacorta quest’anno ho assaggiato per voi, visto l’imbarazzo della scelta, il Franciacorta Dosage Zero Secolo Novo Riserva 2009 de Le Marchesine, ottenuto con le classiche uve di Pinot Nero e Chardonnay con un remuage a giropallets delle pupitres. Per restare in Franciacorta, da segnalare la conferenza che ha annunciato la tappa del Giro d’Italia del 23 maggio sul lago d’Iseo e che interesserà tutti i comuni della Franciacorta ed i suoi territori ricchi di storia, sapori e ottimi vini. Sono state presentate con l’occasione le tante iniziative che anticiperanno nei giorni precedenti l’arrivo della maglia rosa del giro.

colombardaDalla Lombardia con pochi passi si entra nel padiglione 1 (Emilia Romagna) dove faccio due piacevoli incontri. Il primo è legato alla azienda  Colombarda di San Vittore di Cesena  che ha presentato le nuove annate dei suoi vini e delle quali ho degustato due etichette  il Romagna Pagadebit 2017 e l’Igt Rubicone Rosato Rosalaura 2017 (da uve Sangiovese) che come sempre posso consigliare per il loro carattere e la loro beva.

ceciDi una azienda storica delle Terre di Parma, si è festeggiato, con tanto di torta e brindisi, il compleanno di Cantine Ceci, ottanta anni ben portati, che sono stati ricordati dalle opere di dieci artisti che hanno creato etichette uniche e speciali per l’Otello Nero di Lambrusco special edition. Per non lasciare a gola secca il padiglione vorrei segnalare la presenza di oltre 150 etichette del Consorzio del Pignoletto e dei Colli Bolognesi che facevano bella mostra tra gli stand dei tanti grandi e piccoli produttori di questa regione con l’enologia nel cuore. Attraverso il padiglione 2 (Sicilia) in cui per motivi di grande afflusso di pubblico non mi è stato possibile fermare e degustare con la giusta calma, mi sono diretto al 3 dove ho trovato lo stand di Bortolin Angelo Spumanti.

bortolinQui sono stato invitato  a brindare insieme ai 50 anni dalla fondazione di questa piccola cantina gestita da sempre a livello familiare ma che rappresenta una delle più autentiche ed eccellenti espressioni della Docg Conegliano-Valdobbiadene.  Sempre in questo padiglione una scoperta di qualità vestita alla moda.

 

 

 

lini910Parlo dei vini della LINI910 azienda del reggiano famosa per il suo metodo classico, lambrusco  e l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia in collaborazione con la famosa casa di moda Angelo Marani, alcune bottiglie in edizione limitata che riportano disegni eseguiti con cristalli Swarosky e le rendono pertanto non solo uniche nel loro contenuto ma in una veste elegante e di grande effetto.

 

maraniLa giovane stilista, erede dei proprietari dell’azienda vinicola mi ha entusiasmato nel racconto della filosofia a cui si ispirano le creazioni.  Il padiglione 4 è stato ricco di incontri e di sorprese, ma andiamo per ordine.  Mionetto ha presentato in degustazione Luxury Cuvée  Sergio Ice e Luxury Rive di Guia, abbinati alle prelibatezze ideate da Singerfood.  L’azienda veneta Bortolomiol ha invece presentato in anteprima Audax zero.3 –  Prosecco Superiore di Valdobbiadene DOCG Extra Brut.  L’azienda  Collis Riondo ha evidenziato le sue nuove etichette ed i suoi prodotti freschi e giovani. Altro evento da festeggiare è stato quello per i 120 anni della Cantina di Soave sancito, come da copione, dal brindisi con i vini di questa storica realtà. Lasciato questo padiglione ci addentriamo nel 5 che è predominio delle aziende venete, ma non solo.  L’azienda di San Pietro di Feletto, Il Colle, celebre nel mondo per il suo Metodo Il Colle ha spento invece  quaranta candeline, proponendo una etichetta speciale che sarà però aperta a maggio durante un evento dedicato. L’azienda Cielo e Terra ha presentato la linea Freschello con le nuove etichette ed ha confermato il suo impegno nel sociale con tante iniziative umanitarie che da sempre la contraddistinguono.

bonolloPer rimanere in tema di spirito, le Distillerie Bonollo Umberto ha presentato Gra.it , la prima grappa creata per essere protagonista del bere miscelato. Non potevano poi mancare nello stand la classica Of di Amarone e Dorange OF, mix unico e sapiente di Grappa OF e infusi naturali di scorze di arance di Sicilia.  Dal Veneto alle altre regioni del Triveneto, il passo è breve, basta cambiare padiglione ed eccoci pervasi da profumi di bianchi fruttati, rossi poderosi che con altre sorprese di regioni incuneate in questo padiglione ci sorprenderanno.

alturisAlturis di Zorzettig presenta una proposta enoica che si rifà al vecchio consumo del vino da parte degli agricoltori, in questa terra, il Friuli si usava chiedere in osteria il Mul ovvero una cuvèe di rosso con un po di bianco se era Mul rosso oppure una di bianco con un poco di rosso se fosse stata Mul bianco ed ecco quindi su questa filosofia le due nuove etichette Red Mùl e White Mùl.  Altra storica azienda del territorio veneto, la Col Vetoraz  presenta la speciale magnum di Cartizze Superiore DOCG impreziosita da un esclusivo decoro di brillanti originali Swarowski  ideata per l’occasione . Ulteriore icona vinicola friulana è Villa Russiz che in occasione dei 150 anni di vita presenta le novità e conferme della sua superba produzione.

san-michele-appiano Una delle eccellenze del panorama enoico AltoAtesino, la Cantina di San Michele Appiano mi accoglie invece con il sorriso e la cordialità del suo wine maker Hans Terzer, con cui è stato interessante brindare con le nuove annate dei loro vini.

 

librandiUna enclave fuori area è stata la Librandi che dalla Calabria ha presentato la nuova annata del Terre Lontane, il rosato Val di Neto Igt, uno dei fiori all’occhiello della cantina.  Sempre in questo padiglione ma proveniente dalla Val d’Orcia , la toscanissima Fattoria del Colle di Donatella Cinelli Colombini, mi attrae non solo per la grande qualità dei suoi vini, conosciuti ed apprezzati ma per la veste scintillante che ha dato alla sua creatura, Cenerentola Orcia DOC, che non solo diviene principessa ma addirittura regina, vestita, in edizione limitatissima, di un abito davvero luminoso.

cenerentolaAnche il vicino padiglione 7 è ricco di sorprese che non solo restano nel territorio delle Marche ma che spaziano in varie aree italiane. Il sorriso di Chiara Lungarotti, dell’omonima cantina di Torgiano , mi accoglie nel suo stand, ricco dei grandi vini rossi e bianchi del territorio umbro in particolare di Torgiano e di Montefalco.

 

 

lungarotti2Non so se è stato più piacevole scambiare i ricordi di alcune visite alle loro fattorie, allo stupendo torchio presente nel museo del vino di Torgiano, alle Tre Vaselle il loro relais storico, alla cantina di Montefalco oppure degustare i vari vini che durante la conversazione vengono serviti.

 

 

lungarotti-1Per par condicio direi entrambi, poiché ogni attore ha contribuito a rendere immenso valore a questa conoscenza. Arriva l’ora di pranzo e accettando un invito di un amico e grande gastronomo, Luigi Cremona e della infaticabile Lorenza Vitali mi dirigo allo stand della famiglia Cotarella dove sono accolto da Dominga, appartenente alla nuova generazione di una famiglia che il vino in Italia lo ha fatto davvero.

 

emergente-salaL’azienda si trova in Umbria al confine con il Lazio ed ecco che i vini presentati spaziano tra queste regioni. L’occasione è anche la presentazione del nuovo progetto Emergente Sala che inizierà il suo percorso a maggio prossimo da Paestum e si snoderà in altre sedi italiane per valorizzare e decretare giovani maitre di sala, figura non solo importante ma certamente vitale per una ristorazione di qualità. Il brindisi con i vari commensali è stato fatto con il Ferentano Lazio IGT di Cotarella. Per la prima volta quest’anno la nuova location di Cantine Lunae Bosoni risiede in questa area, lo stand elegante, essenziale ma sempre ben frequentato mi viene presentato dall’amico Diego Bosoni che insieme alla sorella porta alto il nome dei vini del padre Paolo. Se anche dicessi che non sono innamorato dei loro vini, nessuno mi crederebbe, un amore viscerale, che ogni volta, sorso dopo sorso mi fa riscoprire sentori, emozioni, mai rimossi ma ben saldi nella papille. Ho degustato per voi la nuova annata di Fior di Luna un blend di uve tutte autoctone, Vermentino,  Albarola e Greco.

carpineto-2Altra conferma ritrovata in questo padiglione è stata Carpineto, storica azienda di Dudda in Chianti, che è divenuta un gruppo enoico con la proprietà di 5 tenute, sparse tra le migliori DOC in Toscana, una più bella dell’altra. Da segnalare la degustazione di un Vinsanto del Chianti 1999 che definire eccezionale significa non dare il giusto merito.  Lasciato il padiglione per raggiungere il numero 8, mi trovo nell’imbarazzo della scelta, qui le proposte spaziano da nord da sud, da est a ovest. Vini Bio, Viticoltori indipendenti, zone vocate e consorzi di tutela, insomma una immensa cantina che racchiude sentori di tutto il Belpaese.

assenza-barbettaPer rendere giustizia a tre zone italiane ho scelto di degustare i vini di una azienda del sud, una del centro e una del nord.  Nello spazio Bio trovo l’Antica Masseria Venditti, dalla provincia di Benevento, che presenta Assenza Barbetta 2016 Biologico e Senza Solfiti aggiunti, un vino davvero di gran classe che grazie all’attenzione in vigneto ed in cantina ha un bassissimo contenuto di solfiti naturali, assenza di lieviti ed enzimi.

 

coriniL’incontro con gli altri produttori selezionati in questo padiglione è stato contemporaneo, condividono infatti la stessa postazione e filosofia, l’azienda toscana de La Maliosa e la piemontese Lorenzo Corini.

 

 

 

 

maliosaTerritori  e vitigni diversi, ma una grande passione e qualità accomuna queste due piccole grandi realtà.  Della prima ho degustato il Toscana Bianco IGT 2017 de La Maliosa , assolutamente suadente e con grande carattere con uve Procanico. Della seconda sono rimasto davvero sorpreso per la qualità ed i profumi di Centin 2015 con circa il 90% di uve Nebbiolo. Il padiglione 9 è un predominio praticamente Toscano, con i grandi consorzi del Chianti Classico, del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano, per citarne alcuni che la fanno da padrone. Anche qui non facile la scelta su dove fermarsi e cosa assaggiare, resa ancor più difficile se si pensa che qui sono di casa.

scorfano-rossoUn vino che mi ha colpito per l’abbinamento azzeccato, e forse ai neofiti poco chiaro, è quello dello Scorfano Rosso del Conte Guicciardini, grazie al suo corpo leggero e ai tannini non invadenti è l’ideale abbinamento al pesce del Tirreno.

 

 

bulichellaAltra interessante (ri)scoperta è stata quella dell’Az. Agr. Bulichella di Suvereto, curata dalla nutrita famiglia del fondatore Hideyuki Miyakawa, che con grande passione portano avanti la storia e la qualità di questo territorio attraverso i loro vini. L’occasione è stata la presentazione delle nuove etichette del rosato Sol Sera, Tuscanio e Rubino e create per raccontare al meglio la storia dell’azienda. Quando ti sembra di aver  degustato tutto e la qualità abbia raggiunto livelli altissimi, ti accorgi che il top non è mai raggiunto, lo dimostra 142-4  Nobile di Montepulciano DOCG  Selezione, prezioso vino dell’Azienda  Vinicola Metinella di Montepulciano.  Il 142-4 viene prodotto esclusivamente da uve di Prugnolo Gentile, il nome si riferisce alla particella del vigneto Pietra del Diavolo da cui provengono: ovvero il concetto di terroir applicato nel più rigoroso significato del termine. Ma la sorpresa è stata duplice quando prima del Nobile ho degustato, prodotto dalla stessa azienda,  un sangiovese vinificato in bianco che aveva un carattere talmente entusiasmante da restare senza parole.

capitoniIn un’altra zona del padiglione l’accogliente spazio riservato all’az. Agr. Marco Capitoni che dalla Val d’Orcia porta a Verona e nel mondo i suoi vini, frutto di una selezione e cura maniacale (il Frasi, ad esempio, viene prodotto solo nelle annate davvero super). In questa occasione ho degustato il suo Troccolone Sangiovese con affinamento in anfora e il passito ‘Ta, che al palato è divenuto autentica poesia. Non potevo poi terminare il mio giro in Toscana senza una visita ad una azienda che è stata l’antesignana del Metodo Classico in Toscana con la vinificazione del Sangiovese a Cortona. Parlo di Baracchi, del suo Falconiere, delle sue innumerevoli realtà legate al vino, alla cucina, all’ospitalità che contribuiscono a rendere famoso questo meraviglioso territorio della Toscana centrale in tutto il mondo. Incredibili il Syrah in purezza, il Pinot Nero della zona delle Montanare, il tutto sempre accompagnato dalla squisita ospitalità del loro salotto (stand mi resta difficile chiamarlo) allietata dalle creazioni di Silvia Baracchi che con la sua maestria e grande semplicità nei piatti, riesce anche a ristabilire il corpo oltre che lo spirito. Dopo un giro nella mia regione, di cui, come per altre aree, ho raccontato solo la punta dell’iceberg, eccomi a conoscere le ultime novità di un grande, appassionato, viticultore piemontese, quello che amo definire come il padre del Ruchè di Castagnole Monferrato. Si parta di Montalbera curata da Franco Morando, che in questa edizione presenta  il Ruchè  di Castagnole Monferrato DOCG Laccento 2016  e le nuovissime etichette Grignolino d’Asti DOC Lanfora 2016 e Langhe DOC Chardonnay Nudo 2016.  Saltando attraverso intere distese di vini Lucani, Abruzzesi, Calabresi, sempre più presenti a questo salone con grandi bottiglie di qualità, arrivo alla regione che mi è, piano piano, entrata nel DNA, la Puglia. Negli ultimi anni la crescita qualitativa dei vini ha raggiunto livelli incredibili, difficile dire se si possa amare di più un Bombino, un Nero di Troia, una Negramaro o un Primitivo di Manduria … questione di gusti e di abbinamenti, ma comunque sia la scelta, si cade sempre nel verso giusto. Per approfondire la conoscenza di una delle icone enoiche pugliesi ho seguito una degustazione guidata ed organizzata dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che ha creato degli abbinamenti a salumi e cioccolato di alcune etichette. In questi calici, chiudendo gli occhi e degustando in abbinamento ad un sorprendente capocollo di Manduria (proprio così…) oppure  a del cioccolato artigianale creato apposta per l’occasione, non solo si percepiscono i sapori ed i profumi dei prodotti, ma si sentono le voci, le musiche e il rumore del mare che insieme alla terra rendono immensa questa regione, ancora tutta da scoprire, ma come tanto territorio italiano, giacimento della più grande ricchezza italiana. Impossibile non parlare al termine di questo tour, di almeno uno degli eventi serali, che hanno allietato gli addetti ai lavori e che è stato organizzato dalla Regione Abruzzo nella cornice del Palazzo della Gran Guardia, nel salotto di Verona, davanti alla stupenda Arena. Qui gli amici abruzzesi, hanno presentato i loro vini, in occasione dei 50 anni del Montepulciano d’Abruzzo, abbinandoli ai piatti della tradizione, realizzati da alcuni cuochi del territorio. Annate anche piuttosto rare, sono state messe a disposizione degli ospiti per capire meglio l’evoluzione del nettare e l’abbinamento alla storia ed alla tradizione che si nasconde in un Timballo all’abruzzese, nel tacchino alla Canzanese o nelle pallotte “cace e ove”, tanto per citarne alcuni. Verona, nonostante le sue difficoltà logistiche, le sue annose problematiche di parcheggio e viabilità, si fa perdonare grazie alla sua bellezza, al suo centro storico al suo lungo Adige, riuscendo con un calice di vino a farci innamorare un po’ come Giulietta ha fatto innamorare Romeo.

Mattia Mocarini Marucelli

FESTA DELLE DONNE DEL VINO PIEMONTE. Tema: “Donne, Vino e Cinema”

La festa delle Donne del Vino Piemonte 2018, verrà celebrata al Museo Nazionale del Cinema di Torino presso la Mole Antonelliana, sede prestigiosa e altamente rappresentativa del mondo e
della storia del cinema.
L’iniziativa è organizzata con la partecipazione di professionisti che argomenteranno su donne, vino e cinema.
Modera il convegno Giusi Mainardi, studiosa delle valenze storiche culturali e simboliche che riguardano il mondo della vite e del vino. Dal 1999 è direttrice di OICCE Times, rivista enologica italiana.
Aprirà il convegno il critico cinematografico e direttore artistico Steve Della Casa che, combinando la sua esperienza critica a quella organizzativa e culturale, analizzerà la stretta connessione tra il
mondo del cinema e il mondo femminile.
Interverrà la nota registra e sceneggiatrice Emanuela Piovano. Fortemente legata al mondo del vino che racconterà la sua esperienza come registra vignaiola attraverso il suo film “Le Stelle Inquiete”, interamente girato in una vigna del Piemonte.
Silvana Delfuoco, nota giornalista dalle molte collaborazioni con testate operative nel settore del turismo e dell’enogastronomia, tratterà il tema “il vino nel cinema”, un immagine spesso in
chiaroscuro; ma con la presenza femminile nasce il rapporto con la terra, la vigna e il paesaggio.
L’evento verrà filmato dal regista emergente Egon Uptino, e successivamente pubblicato. Il Piemonte, con i suoi meravigliosi paesaggi viticoli oggi riconosciuti dall’UNESCO patrimonio
dell’Umanità, ha sempre avuto uno stretto rapporto col mondo cinematografico ed è stato eletto da numerosi artisti come dimora.
Con questo evento, a 35 anni dalla sua scomparsa, si celebra Vittorio Nino Novarese, costumista, scenografo e sceneggiatore italiano, vincitore di due premi Oscar per i migliori costumi: nel 1964
per “Cleopatra” e nel 1971 per “Cromwell”, fortemente legato al Monferrato, avendo soggiornato a lungo nella propria casa di Cassine (AL).
Renata Cellerino, Delegata del Piemonte, con le sue associate, confida che la contaminazione tra il mondo del vino e del cinema possa accrescersi e consolidarsi anche a seguito di questa gioiosa
esperienza.
La serata si concluderà con la degustazione dei vini offerti dalle Donne del Vino del Piemonte.

“I MIGLIORI VINI ITALIANI DI LUCA MARONI” HA REGISTRATO UN GRANDISSIMO SUCCESSO DI PUBBLICO

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I NUMERI SONO IMPORTANTI: 150 le aziende coinvolte, 400 le etichette in degustazione, 15.000 i bicchieri di vino versati, 400 gli operatori del settore e oltre 100 i prodotti gastronomici laziali provenienti da Terre Ospitali dei Castelli Romani e dall’Associazione Chicche della Tuscia.

Luca Maroni con una coinvolgente kermesse ha inaugurato l’edizione 2018 della manifestazione I GRANDI VINI ITALIANI: dal vino alla poesia, vibrante ed emozionante è stato il suo discorso di amore puro che lo lega al vino e alla sua ricerca, senza fine della vibrante bellezza dell’animo umano. Ha quindi presentato l’Annuario 2018 dei vini e, insieme, anche il, fresco di stampa, Annuario delle migliori poesie mondiali, declamando il “Canto Bacchico” di Aleksandr Puskin. Durante la serata sono stati premiati i migliori produttori italiani, celebrati e messi al centro della scena da Luca Maroni per la loro passione, integrità e costanza nel perseguire l’eccellenza! Il miglior produttore è stata l’Azienda Barbanera Duca Di Saragnano.

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I premi dei vini sono stati moltissimi e sono stati dedicati ai migliori vini rossi, bianchi, rosati, dolci, spumanti e Franciacorta.

Sono stati riconosciuti eccellenze senza compromessi, con 99 punti su 99, ben 17 etichette.

Sono le seguenti:

  • TABIANO BIANCO 2016 MONTECAPPONE,

  • SUADENS BIANCO 2016 NATIV, CARAVAGGIO BIANCO 2016 CANTINA ROMAGNOLI,

  • NERO A METᾺ 2015 MASTROBERARDINO,

  • MERLOT ROSATO 2016 TENUTA ULISSE,

  • ROMA DOC EDIZIONE LIMITATA 2015 POGGIO LE VOLPI,

  • ATOS CORTE MEDICEA 2015 BOLLINA,

  • 62 ANNIVERSARIO PRIMITIVO 2014 CANTINE SAN MARZANO,

  • EDIZIONE 5 AUTOCTONI FARNESE FANTINI,

  • MONTEPULCIANO D’ABRUZZO JANÙ 2014 JASCI & MARCHESANI,

  • KAPNIOS 2015 MASSERIA FRATTASI,

  • LACCENTO RUCHÈ DI MONFERRATO DOCG 2016 MONTALBERA,

  • BARBERA D’ALBA ELENA LA LUNA 2015 ROBERTO SAROTTO,

  • MASSO ANTICO PRIMITIVO DEL SALENTO IGT 2015 SCHENK ITALIAN,

  • TOSONE BARRIQUE 2016 TOSONE,

  • LACRIMA DI MORRO SUPERIORE QUERCIANTICA 2016 VELENOSI VINI,

  • BEN RYÈ 2015 DONNAFUGATA.

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La novità più dirompente è stata la nascita, presso l’Orto Botanico di Roma di “Vigneto Italia”: da un progetto di Luca Maroni, in collaborazione con l’Università La Sapienza, è stata realizzata la raccolta di 154 Vitigni Autoctoni Italiani, che dona alla nazione la memoria (e la vita) della sua ricchezza vitivinicola. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di VCR, Vivai Cooperativi Rauscedo, leader mondiale nel campo della vivaistica viticola, di Leonello Anello, massimo esperto italiano della viticoltura biodinamica e della professoressa Loretta Gratani direttrice del Museo Orto Botanico. Cosi, sabato 17 febbraio alle ore 11.00, alla presenza di tutti gli attori coinvolti, di una folta rappresentanza di produttori, provenienti da tutte le regioni italiane, della stampa e del pubblico si è svolta la prima piantumazione di 6 barbatelle: i vitigni erano due di provenienza laziale (il bonvino e il cesanese) come omaggio alla terra ospitante e uno piemontese, il nebbiolo, vero re dei vitigni rossi italiani. “la VCR – Rauscedo ha aderito con grande entusiasmo a questo progetto perché è il modo più efficace di raccontare le specificità della ricchezza vitivinicola di ogni regione: è, quindi importante, realizzare questa collezione includendo vitigni con il nebbiolo o lo schioppettino ma è ugualmente importante inserire piccole chicche, quasi dimenticate. La Rauscedo è la più grande azienda consortile vivaistica italiana, nata nel 1930, nel periodo delle grandi ondate migratorie italiane: come l’Italia si fonda sul lavoro di tutti i suoi componenti!”. Non poteva mancare all’impianto anche il responsabile gestionale dell’impianto, Leonello Anello, uno dei massimi esperti di biodinamica italiani: “Quando Luca (Maroni) si trova ad affrontare una situazione complicata, mi chiama! – scherza l’agronomo – Qui ogni pianta avrà necessità climatiche, di terreno, di sole e di acqua differenti: solo con la biodinamica si potrà affrontare una complessità simile: spero quindi di riuscire nell’intento e di farle prosperare. La scelta di piantare le barbatelle ad alberello è stata fatta per ottimizzare lo spazio, che non era moltissimo, e poter inserire più piante possibile.” La professoressa Loretta Gratani ha concluso dicendo che questa raccolta si va a unire a quelle già presenti nell’Orto Botanico e gli sarà data la giusta importanza ed era felice della larga presenza di produttori a questo primo impianto. Esso, condizioni climatiche permettendo, verrà ultimato entro il mese di marzo.

DEGUSTAZIONI POLIMATERICHE, ANALISI SENSORIALE & PRIMO ANNUARIO DELLE MIGLIORI POESIE MONDIALI

Novità assoluta di quest’anno sono state le degustazioni polimateriche: Luca Maroni ha condotto i visitatori in un percorso polisensoriale coinvolgendoli in esperienze gustative complesse che uniscono le fragranze del vino, le essenze delle mastre profumiere Ambra e Giorgia Martone della ICR Cosmetics di Milano, ed i profumi naturali del legno e del cibo, a formare un mix inaspettato di coinvolgimento sensoriale. Infatti, lo chef stellato Franco Madama (Ristorante Magnolia – Grand Hotel Via Veneto) per richiamare il percorso del legno, ha presentato un suo piatto, che è un vero e proprio quadro, ispirato ad una passeggiata nel bosco chiamato MUSCHIO.

Questo percorso rientra in un progetto di SPERIMENTAZIONE POLISENSORIALE che ha condotto Luca Maroni sia a realizzare queste degustazioni complesse che a dar luce al primo “Annuario delle Migliori Poesie Mondiali”. In pratica ha proseguito ad applicare il suo metodo di analisi alla poesia per regalare all’uomo un percorso che lo renderà migliore: “Niente può donare e giovare di più – all’animo umano – dice il critico – che un suo avvolgersi e compenetrarsi alla più alta espressione dell’umana poesia. Solo così l’anima troverà in sé stessa, l’individuo nel suo spirito, ciò che lo renderà migliore…”. Luca Maroni ha infatti selezionato ben 999 opere di 182 artisti provenienti da 34 nazioni, privilegiando quelle “capaci di muovere il cuore anche con un verso solo”.

Durante la manifestazione si è dunque dato vita a un vero e proprio spettacolo sensoriale che ha coinvolto i partecipanti a saggiare, valutare e scoprire i riflessi odorosi e i sentori profumati di legni, vini ed essenze di mastri profumieri e un piatto di uno chef stellato per la prima volta degustati in comparazione l’uno con l’altro.

Lo Chef Franco Madama del ristorante Magnolia del Grand Hotel Via Veneto di Roma è un bolognese che vanta grandi esperienze in cucine stellate fin da giovane età: per lui la cucina è sempre stata una vera e propria vocazione e, come Luca Maroni, la vive come una sfida quotidiana. Conquista la sua prima stella durante la conduzione del ristorante Inkiostro di Parma e da tre anni è Chef Executive del ristorante Magnolia del Grand Hotel Via Veneto (5*****L) di Roma ove appena arrivato ha visto riconfermata la stella! Le analogie con Maroni non finiscono qui: infatti lo Chef lavora moltissimo sulla ricerca del prodotto sul territorio fornendosi da piccole aziende di eccellenza e crea i suoi piatti sulle sensazioni nate da un suo vissuto, un vero e proprio quadro che, come tutti i suoi piatti, sia a livello visuale che a livello concettuale trasmettono un’immagine, un’emozione, una percezione olfattiva che si armonizza, appunto, con i percorsi creati da Luca Maroni.

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LE CHICCHE DELLA TUSCIA

La Tuscia possiede una fenomenale bellezza, le “Chicche della Tuscia” è un’associazione tra produttori che vuole promuovere il territorio della Tuscia al di fuori dei suoi confini. Il suo cuore è un gruppo di imprenditori che lavorano con passione e professionalità nel settore agro-alimentare, artigianale e turistico. Il fine è alimentare lo spirito collaborativo e creare sinergie che contribuiscono allo sviluppo sostenibile e al benessere economico e sociale del territorio della Tuscia. Alla Manifestazione I Migliori Vini Italiani di Luca Maroni sono intervenuti il Caseificio Agricolo Radichino che ha portato alcuni tra i migliori dei formaggi da loro prodotti; i Lamponi dei Monti Cimini – Azienda Agricola di Massimiliano Biaggioli, di Viterbo che ha portato tutti i prodotti a base di lamponi come il sale ai lamponi o la polvere di lamponi e naturalmente le loro confetture; i Sapori di Ieri che ha portato biscotti, marmellate, ma anche dado biologico; ed Avelloil che ha portato il loro olio di nocciole ma anche le nocciole e la pasta di farina di nocciole oltre ai preziosi pistilli di zafferano. Per il pubblico ha rappresentato un’occasione per incontrare le eccellenze degli artigiani di questo territorio e percepire direttamente la cura e la passione con cui realizzano le proprie eccellenze.

GAL (Gruppo di Azione Locale) CASTELLI ROMANI E MONTI PRENESTINI

Il territorio dei castelli romani e monti prenestini è ricco di arte, cultura ma anche cucina genuina, un territorio da visitare accompagnati dagli abitanti, gli artigiani e i vignaioli del luogo, felici di raccontare le loro tradizioni e far vivere il loro saper fare agli ospiti. Il tutto all’insegna della qualità, dell’innovazione e dell’eccellenza di un territorio che vuole stupire non solo per ciò che è stato nel passato ma anche per quello che riesce ad esprimere oggi. Per tutto questo è nato “Terre Ospitali”, una rete di imprese di accoglienza ed eccellenza enogastronomica del territorio dei Castelli Romani e Monti Prenestini. A I Migliori Vini hanno portato in degustazione prodotti unici come il giglietto di Palestrina, presidio slow food presentato ad uno dei laboratori organizzati durante la manifestazione insieme alle degustazioni create ad hoc in cui il vino prodotto in quei territori è stato proposto in abbinamento a piatti creati per l’occasione da chef di ristoranti situati nelle stesse zone. In occasione de I Migliori Vini Italiani è stato inoltre presentato TASTE, una rete di imprenditori agricoli, artigiani, ristoratori ed operatori di servizi che amano e rispettano i propri luoghi, uniti dalla volontà di far conoscere i sapori genuini ed i mestieri tradizionali della propria terra. Le aziende aderenti hanno condiviso e sottoscritto un codice etico le cui regole garantiscono qualità di servizio, autenticità dei prodotti ed unicità delle esperienze che è possibile vivere nel territorio.

L’ARTE, LA MUSICA E IL VINO

Anche quest’anno non è mancata la presenza della buona musica alla manifestazione, con la partecipazione del gruppo Quintessenza Brass, un quintetto di Ottoni composto dai professori che hanno collaborato con le più importanti istituzioni musicali italiane ed estere. Particolarmente degna di nota la loro esibizione durante la serata inaugurale in cui hanno suonato live il valzer della Musetta tratto dalla Boheme di Puccini che ha accompagnato la magnifica esibizione degli allievi della scuola di danza di Steve LaChance che in questa edizione particolarmente dedicata alle arti hanno dato il loro importante contributo. Il quintetto poi si è esibito in moltissimi momenti durante tutte le giornate della manifestazione, girando per gli stand e regalando al pubblico performance che hanno fatto da punteggiatura e da scenografia sonora alle degustazioni.

www.imigliorivinitaliani.it