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SUMMA 15 – L’appuntamento enologico organizzato da Alois Lageder, e dal 2015 Green Event, ha nuovamente promosso la comunità Demeter.

Summa15@Alois_Lageder_2Sabato 21 e domenica 22 marzo 2015 si è svolta la diciassettesima SUMMA di Alois Lageder, l’appuntamento che da anni raccoglie a Magrè sulla Strada del Vino (BZ) l’eccellenza vinicola proveniente da tutto il mondo. Casòn Hirschprunn, palazzo rinascimentale del XVII secolo di proprietà della famiglia Lageder, e Tòr Löwengang, la cantina costruita all’interno dell’antica Tenuta, anche quest’anno hanno dato il benvenuto a circa duemila operatori e a numerosi giornalisti di settore, tutti provenienti da diversi paesi.

La kermesse altoatesina ha nuovamente promosso Demeter, la comunità internazionale che controlla e certifica i prodotti biologico-dinamici (attualmente presente nei cinque continenti).

Summa15_Alois Lageder_Alois Clemens LagederAlois Lageder, figura di riferimento nell’evoluzione qualitativa enologica dell’Alto Adige e associato Demeter dal 2004, per questa edizione ha voluto riservare al marchio spazi di presentazione di rilievo, allo scopo di accrescerne la consapevolezza sia tra i visitatori che tra i produttori stessi. Oltra a una piattaforma interamente dedicata al primo piano di Casòn Hirschprunn, l’Associazione era presente anche negli altri piani, al fianco di diversi viticoltori.

“In una logica aziendale, riteniamo fondamentale instaurare un rapporto di piena fiducia con un partner esperto e allo stesso tempo innovativo, che ci aiuti giorno dopo giorno a migliorare lo standard qualitativo dei nostri vini” ha dichiarato Alois Lageder, che ha aggiunto, in riferimento a Summa 15, “Siamo molto contenti di dare il benvenuto a vari produttori Demeter provenienti da diversi paesi, che presenteranno qui a Magrè i loro eccellenti vini biodinamici, sempre più richiesti e apprezzati dai consumatori”.

Summa15_Weinpra¦êsentation_Cason HirschprunnAnche il tema dell’eco-sostenibilità ha occupato più che mai un posto di primo piano a Summa15, che ha ottenuto l’ambita certificazione di Green Event, rilasciata dall’Agenzia provinciale per l’Ambiente e riservata agli eventi realizzati secondo criteri di sostenibilità. I principi che stanno alla base di un Green Event sono il plusvalore a livello locale, la mobilità sostenibile, il prediligere alimenti stagionali e regionali provenienti da coltivazioni biologiche certificate, la gestione dei rifiuti e la responsabilità sociale.

Una due giorni in armonia con la natura dunque, dedicata a una sana enogastronomia di pregio, che ha offerto agli ospiti un susseguirsi di visite guidate della cantina e dei vigneti, seminari, verticali e degustazioni di raffinate etichette – incluse le nuove annate di Alois Lageder. Da segnalare, tra le altre, la verticale del KRAFUSS Pinot Noir: un omaggio a Rarum, la raccolta delle annate storiche di Alois Lageder.

Summa15_Weinpra¦êsentation_Cason Hirschprunn_GranarSumma 15 è stata un’opportunità unica per entrare in contatto diretto con oltre 60 produttori provenienti da Italia, Germania, Francia, Austria e Nuova Zelanda, scelti personalmente da Alois Lageder non solo per l’eccellenza della loro produzione, in particolare nel settore biodinamico, ma anche per i rapporti d’amicizia e di fiducia reciproca instaurati nel corso di molti anni.

L’area gastronomica – situata quest’anno a Tòr Löwengang – ha proposto come sempre un’accurata selezione di prodotti prevalentemente locali, di stagione e coltivati con metodo biologico. L’utilizzo di queste tipologie di prodotti rappresenta un contributo importante alla riduzione degli impatti negativi sull’uomo e sull’ambiente, causati dal comparto agricolo.

Summa è ancora una volta una manifestazione benefica, al fianco di Aiutare senza Confini, l’associazione di volontariato ONLUS che ha l’obiettivo di aiutare i profughi della guerra civile in Birmania (Myanmar). Grazie alle quote d’ingresso, sono stati raccolti oltre 35.000 Euro che saranno interamente devoluti a progetti benefici rivolti soprattutto ai bambini che vivono nelle zone colpite dal conflitto. Nel 2011, infatti, la Tenuta Alois Lageder ha adottato la scuola per profughi “New Day” che si trova al confine tra la Thailandia e la Birmania (Myanmar). Qui circa 400 bambini profughi hanno accesso a un’istruzione semplice – in una scuola umile ma ben strutturata – oltre ad avere diritto a pasti sani e regolari.

E non è tutto. Nel 2015 la Tenuta ha rafforzato il suo impegno sociale con una nuova collaborazione: FAMOS for Alois Lageder. I badge d’ingresso sono stati realizzati dalle persone che lavorano nei laboratori protetti della comunità comprensoriali Oltradige-Bassa Atesina (BZ). Grazie alla loro dedizione, all’amore per i dettagli e alla voglia di produrre un oggetto finito e ben riuscito, il risultato è stato decisamente unico. In realtà, ogni singola produzione artigianale del laboratorio FAMOS è unica e riflette la personalità individuale e speciale di ogni persona.
In collaborazione con Alois Lageder nascono anche le borse per le bottiglie di vino, in vendita presso la Weinschenke Vineria Paradeis, all’interno della quale si trova il ristorante certificato bio della Tenuta.

Santa Margherita Gruppo Vinicolo: un pezzo di storia italiana scritta con il vino.

Santa Margherita_Pinot GrigioNella lunga e affascinante storia del vino italiano c’è una realtà che ha saputo sempre leggere con grande anticipo i cambiamenti epocali. L’ha fatto nel 1935 quando venne fondata dal conte Gaetano Marzotto nel Veneto Orientale. Negli Anni Cinquanta e Sessanta, prima individuando e iniziando poi a presidiare un territorio, l’Alto Adige, vocato per la produzione di bianchi di qualità e successivamente, nel 1961, proponendo al mercato un vino innovativo e dirompente, il Pinot Grigio vinificato in bianco, protagonista assoluto nella rivoluzione qualitativa del vino italiano. Ancora prima, nel 1952, innovando le tradizionali tecniche di lavorazione delle uve Glera per la spumantizzazione del Prosecco, contribuendo in maniera sostanziale alla costruzione della basi dell’odierno successo internazionale.

Questa realtà è Santa Margherita, protagonista oggi come allora, nel panorama nazionale e internazionale, nella diffusione della cultura enogastronomica e del piacere della condivisione, grazie ai suoi vini simbolo, che ne hanno caratterizzato nel tempo l’esplorazione innovativa. Ma anche a vini particolari, intriganti per eleganza e stile, provenienti da quelle cantine radicate in territori di elezione, che lungo il suo percorso di crescita, con sagace lungimiranza, ha coinvolto nel suo progetto qualitativo.

Tra i vini simbolo ritroviamo il Prosecco, il cui successo va ben oltre i confini nazionali e trova grande riscontro anche negli USA, in particolare con il Prosecco Superiore Docg, in linea con l’elevato posizionamento che contraddistingue l’Azienda e con il percorso storico in questa denominazione. Una coerenza che ha portato Santa Margherita ad acquisire, alla fine del 2009, una tenuta di 12 ettari a Refrontolo, nel cuore delle terre del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene DOCG, dalla quale proviene un Prosecco Superiore Brut di grande finezza e rara profondità.

Ma Santa Margherita è anche lo stile del Pinot Grigio Italiano nel mondo.

E’ dalla vendemmia del 1960 che propone agli appassionati un vino intenso ed elegante, dall’invitante aromaticità di fiori e frutta bianca, dalla struttura serrata e vibrante e dalla fresca sapidità. Un vino ancora oggi moderno per profilo sensoriale e prorompente per l’inusuale duttilità nell’abbinarsi a tante cucine differenti e a tanti momenti di consumo. Una rivoluzione del gusto, tra artigianalità e innovazione, che da oltre 50 anni detta lo stile del Pinot Grigio italiano.

Accanto a due must di questo calibro, e a molte altre creazioni che esaltano il binomio vitigno- territorio e l’abbinabilità al cibo, l’Azienda sa proporre anche “chicche” in grado di soddisfare le esigenze e i palati dei più esigenti e selettivi winelovers.

Parliamo, in particolar modo, di vini che originano da quei territori a grandissima vocazione, che compongono il “mosaico enologico” di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, qui presente con proprie Tenute a presidiarne ed esprimerne il potenziale qualitativo.

E’ il caso di Kettmeir, l’azienda altoatesina del Gruppo, e del suo Müller Thurgau Athesis, le cui uve provengono da uno spettacolare vigneto arroccato a 750 metri nel Comune di Soprabolzano. Il terreno di porfido, in cui penetrano le radici delle viti, amplifica la già elevata escursione termica dovuta ad altitudine ed esposizione, dilatando il potenziale aromatico del vitigno, la cui manifestazione sensoriale è resa possibile dal rispettoso lavoro in vinificazione e maturazione. Ne scaturisce un nettare unico e inebriante nelle note di fiori selvatici ed erbe medicinali, sinuoso nello sviluppo tattile e seducente nel ritmo gustativo.

Altro avvincente esempio è il Chianti Classico Gran Selezione Vigneto di Campolungo di Lamole di Lamole. Una tenuta situata sulle colline più alte nel comune di Greve in Chianti, circondata da vigneti a formare una panoramica terrazza a 550 metri di altezza, di cui il Vigneto di Campolungo rappresenta il modello di riferimento.

Qui infatti sono sintetizzati i caratteri peculiari di un grande cru: terreno in alberese e galestro ricco di microelementi, altitudine quale volano per l’importante scambio termico e l’esposizione garante di luminosità e ventilazione. Il ripristino dei vecchi terrazzamenti con muretti a secco e peculiari tecniche di coltivazione facilitano la piena maturazione polifenolica e aromatica dell’uva, che si esprime poi nella finezza aromatica e la profonda complessità gustativa di questa Gran Selezione.

Dopo 80 anni di esplorazioni e scoperte Santa Margherita Gruppo Vinicolo sa ancora meravigliarsi del potenziale di emozioni che può regalare il vino quando deriva da territori vocati e da persone che lavorano con passione e lungimiranza.

Per questo la sua storia è appena agli inizi.

www.santamargherita.com

DALLA SPAGNA A SAN MINIATO…L’ANTICO PERCORSO DEL TEMPRANILLO

Eva e Leonardo BeconciniLeonardo Beconcini era consapevole dell’importanza delle vigne che il nonno, prima di lui aveva trovato in azienda fin dagli inizi degli anni ’50.

Dopo aver condotto lunghi ed accurati studi in collaborazione con l’Università Agraria di Milano e con l’Istituto Sperimentale di Selvicoltura di Arezzo, ha accertato inequivocabilmente che i misteriosi cloni presenti nei vigneti dell’azienda da sempre, erano cloni di tempranillo.

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Grazie a questa scoperta, con il Decreto 2754 del 12 giugno 2009-11-12 codice 345 Tempranillo N. nero viene iscritto all’Albo toscano. La sete di sapere non si appaga e Leonardo si chiede come questo cultivar possa essere arrivato fino a San Miniato chi può averlo fatto arrivare fin qui.

 

«L’azienda – spiega Leonardo – sorge a poche centinaia di metri da una zona archeologica di posta romana ed in prossimità di Ponte ad Elsa. Si presuppone dunque che il luogo fosse un transito da secoli e che sia stato utilizzato come una delle direttrici per Roma della Via Francigena».

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La via Franchigena, anticamente chiamata Francesca o Romea, era una strada che portava i fedeli alle tre principali méte religiose: Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme.

 

Inoltre la zona di San Miniato, ed in particolare Ponte ad Elsa era nella direttrice che tagliava da Altopascio, nota sede di un ospedale e centro di accoglienza dei pellegrini.

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«Da alcune ricerche effettuate – continua Beconcini – si ipotizza che: famiglie di pellegrini Spagnoli possano aver portato semi di vite Tempranillo e abbiano diffuso questa pianta nelle vicinanze di San Miniato, seminandola appunto, come era usanza dell’epoca.

Un tragitto che verosimilmente potrebbe essere avvenuto intorno alla metà del ‘700 secolo direttamente dalla regione iberica della Rioja, proprio nella regione a nord della Spagna, dove si trova Santiago di Compostela.

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«Si crede che il periodo sia la metà del 700 – dice il produttore – perché all’epoca a San Miniato viveva un parroco agronomo, Giovanbattista Landeschi, nominato parroco di Sant’Angelo a Montorzo in Comune di San Miniato. La parrocchia era molto povera ed i pochi seminativi erano circondati da calanchi. Egli si impegnò in progetti agricoli di grande interesse e fu il precursore della coltivazione a terrazzamento delle colline in controtendenza».

L'azienda

Il parroco – che ha lasciato molti scritti ed anche diversi trattati di agricoltura – può essere stato l’agricoltore evoluto che ha saputo in quegli anni lontani capire il valore di questa pianta, se ben coltivata a San Miniato, diffondendola nel territorio, tanto da permettere ad alcune di queste piante di giungere fino a noi.

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Queste vie di scorrimento permettevano alle varie culture di entrare in contatto ed ancora oggi sono rintracciabili le memorie di questo passaggio, come la nostra storia potrebbe esserne esempio.

 

La Via Francigena, infatti, è un patrimonio di culture e della nostra stessa storia tanto che è stata dichiarata “Itinerario del Consiglio d’Europa” assumendo una dignità sopranazionale al pari del Cammino di Santiago di Compostela.

 

Proprio nella vigna alle Nicchie, dalla quale Leonardo produce l’omonimo cru di tempranillo “Vigna alle Nicchie”, si possono trovare ceppi centenari tutti contrassegnati ed ancora studiati dall’Università di Firenze, a confermare una storia che viene da lontano.

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www.pietrobeconcini.com

2010 COR RÖMIGBERG Cabernet Sauvignon ALOIS LAGEDER

COR RÖMIGBERG_ Kalterersee_Lago di CaldaroLa Tenuta Alois Lageder – azienda vitivinicola di Magrè (BZ) con una tradizione nel vino di oltre 150 anni e figura di riferimento nell’evoluzione enologica dell’Alto Adige – presenta il suo 2010 COR RÖMIGBERG Cabernet Sauvignon.

Le uve – Cabernet Sauvignon e Petit Verdot, provenienti da agricoltura biologico-dinamica certificata Demeter – sono allevate in un appezzamento situato nel cuore del Maso Römigberg chiamato ‘Herz’, dal latino ‘Cor’, che dà il nome al vino. Il vigneto Römigberg, che nella sua erta spettacolarità si affaccia sul lago di Caldaro, rappresenta una posizione assai privilegiata in cui far crescere le viti. È qui che, negli anni Ottanta, Alois Lageder fece piantare del Cabernet Sauvignon, un vitigno assai prezioso la cui piena maturazione fisiologica in Alto Adige avviene solo nei vigneti meglio esposti. Sulle pendici del Römigberg i raggi del sole arrivano con un’inclinazione molto accentuata, e la vicinanza del lago, grazie al suo effetto mitigante, contribuisce a creare un clima ottimale.

COR RÖMIGBERG Cabernet Sauvignon2010 COR RÖMIGBERG Cabernet Sauvignon è caratterizzato da un colore rosso marasca intenso e da un profumo complesso, pieno, prima fruttato – ciliegia, ribes nero – poi speziato e floreale (tabacco, viola, menta), con sentori di legno. Il finale è persistente e fresco, con tannini accentuati, ma non aggressivi. Dopo la fermentazione spontanea in acciaio, il vino matura per circa 18 mesi in botti piccole di legno (rovere francese) da 150 -225 litri.

 

Abbinamento: ideale con carne di manzo, arrosto o alla griglia, agnello, selvaggina, formaggi.

Maggiori informazioni su: www.aloislageder.eu

MAISON ANSELMET SCEGLIE CERVINIA PER LANCIARE PERLABRUNA

PERLABRUNA etichettaMaison Anselmet chiude il 2014 con un’altra novità, dopo il successo di Bardas, Giorgio Anselmet si prepara a brindare al 2015 con il suo nuovo vino spumante Perlabruna e, per il lancio ufficiale, sceglie Cervinia, uno dei più estesi comprensori delle Alpi, con un domaine skiable ineguagliabile.

 

Perlabruna è un vino “dedicato” con un perlage piccolo e persistente da grande metodo classico italiano. Come ogni poeta, come ogni artista, ogni vino di Giorgio Anselmet nasce da un’ispirazione, da una emozione. Ciascun vino della Maison Anselmet sa dare sensazioni, qualcuno più di altri racchiude l’unicità e trasmette la passione del proprio creatore. Perlabruna è stato pensato e dedicato alla moglie Bruna che, con la sua schietta effervescenza, con il suo carattere dalle mille sfaccettature, con la sua naturale riservatezza di persona semplice e diretta rappresenta la parte spumeggiante della cantina.

Composto per il 50% da Chardonnay (da vitigno chardonnay per base spumante) e per il restate 50% da Prié blanc, Perlabruna è un vino spumante dall’acidità finale perfettamente bilanciata grazie alle prerogative delle vigne di montagna che garantiscono un basso contenuto di solfiti favorito proprio dalle temperature caratteristiche della quota. Nonostante 1150 m a cui è posizionata la vigna, la vendemmia viene effettuata a settembre perché il Prié è un vitigno prematuro.

La pressatura viene fatta da uva intera, scartando il 5% iniziale ad evitare l’inclusione di acini attaccati da vespe e quelli troppo maturi.

Si utilizza poi il 45% di vino fiore, soffice a pressatura che non può superare le 0.3 atmosfere, mentre il rimanente 50% viene scartato.

La fermentazione viene sviluppata in quattro passaggi per 12 mesi in barrique di rovere francese a temperatura controllata.

Per l’edizione 2014, la presa di spuma è stata fatta il 3/5/2012, rifermentata a 11°C in grotte barmet di Villeneuve, ed è stato poi lasciato 30 mesi sui lieviti arrivando al degorgement del 5 novembre 2014.

Perlabruna è uno spumante Pas Dosée senza liquore di spedition. Dando un’occhiata esperta al fondo della bottiglia di vetro, si evidenzia immediatamente che il remunage è stato effettuato a mano. Per il 2014 Perlabruna è prodotto in solo 1000 bouteille (750ml).

www.maisonanselmet.it

IL FIANO BIOLOGICO “UNA MATTINA” di Cantine Barone

una mattinaUna degustazione in abbinamento ai paccheri di Gragnano allo scoglio è stata sublime per enfatizzare ancor di più il valore del Fiano Biologico dell’Azienda Barone, il cui nome completo “Una Mattina,” porta una “virgola” dopo la parola Mattina, per dare un senso di “continuità narrativa”, oltre che di “nascita” e “novità”, è un prodotto ottenuto da colture estremamente naturali con utilizzo minimo di prodotti agronomici a bassissimo impatto ambientale. Assenza totale di solforosa aggiunta e non utilizzo di pratiche filtranti e chiarificanti, fanno di questo prodotto quanto di più naturale possa esistere. L’Azienda Barone è stata fondata nel 2004 a Rutino, nel Cilento, dalla passione di Giuseppe Di Fiore, Francesco Barone e Perrella, e ha previsto l’accurata ristrutturazione di una Cantina Sociale, trasformatasi oggi in una struttura suggestiva e pronta ad accogliere numerosi visitatori. I titolari, insieme all’ enologo Vincenzo Mercurio, hanno deciso di utilizzare tecniche colturali ed enologiche che pur muovendo nel solco della tradizione, danno importanza all’innovazione, come la “riconversione biologica”. Le uve dell’azienda provengono da vitigni Aglianico e Fiano, nomi ricorrenti in tutta l’enologia campana, e i vini che ne provengono (come il rosso “Pietralena” o il rosato “La mia prediletta”) hanno il suggello del “riconoscibile”carattere cilentano, grazie alla natura argillosa-calcarea del terreno e al clima della zona. Un vino dal sentore fruttato, molto intenso e morbido, piacevole da bere, con delle sensazioni palatali avvolgenti. Una scoperta piacevole frutto del lavoro e della cultura di un territorio a me caro, quello del Cilento, che conferma la natura vocata a grandi vini della Campania.

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